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Racconto erotico – Fai sesso con la tua ex fidanzata

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Il crepuscolo di fine estate avvolge la città in una luce dorata, l’aria tiepida che accarezza la mia pelle come un amante invisibile. Indosso un vestito nero, aderente, che scivola sulle mie curve come una seconda pelle, esaltando il mio seno prosperoso, una quarta abbondante che spinge contro la scollatura profonda. I miei capelli castani, mossi, ondeggiano a ogni passo, lasciando una scia di profumo alla vaniglia. I miei occhi verdi brillano sotto i lampioni, e cammino con una sicurezza che attira sguardi. Ogni passo è una danza sensuale, il mio sculettare un invito silenzioso. Mi piace sentirmi desiderata, spogliata con gli occhi dai passanti, il loro desiderio mi sfiora come una carezza.
Persa nei miei pensieri, attraverso la strada, la mente è tra le nuvole. Un clacson improvviso mi fa sobbalzare, il suono di una frenata brusca mi strappa dai sogni. Un’auto si ferma a pochi centimetri da me, il cuore mi martella nel petto, le gambe tremano. La portiera si apre, e scendi tu. Ti avvicini, il viso contratto dalla preoccupazione. “Barbara…” pronunci il mio nome, e la tua voce mi colpisce come un fulmine. Ti guardo, confusa, poi un lampo di riconoscimento: i tuoi occhi, il tuo sorriso. Sei tu. Il mio primo amore, il ragazzo che mi ha fatto scoprire la passione. “Non è possibile… sei tu? Non ti vedo da… dieci anni?”
Il tuo sorriso mi riporta indietro, a notti di fuoco e promesse sussurrate. “Stai bene?” chiedi, la voce calda, preoccupata. “Sì, solo un po’ scossa,” rispondo, il respiro corto. “Senti… vieni a casa mia, prendiamo un caffè, parliamo un po’. Non posso credere che sei qui.” Le parole mi sfuggono senza pensarci, il cuore mi batte all’impazzata. “Sali in macchina, ti guido io,” dico, indicando la tua auto.
In macchina, le strade scorrono fuori dal finestrino, ma io sento solo il tuo profumo, un misto di muschio e legno che mi fa girare la testa. Ti indico la via, la mia voce è leggermente tremante. “Ecco, parcheggia qui,” dico quando arriviamo davanti al mio palazzo. Scendiamo, e mentre camminiamo verso l’ascensore, un nodo mi stringe lo stomaco. Essere sola con te, dopo tanto tempo, è come camminare su un filo sospeso. In ascensore, le porte si chiudono, e siamo vicinissimi. Il tuo respiro è caldo, il tuo profumo mi avvolge. Mi sento di nuovo adolescente, le farfalle nello stomaco danzano come allora. Ti guardo di sfuggita, il silenzio tra noi carico di tensione, un’elettricità che mi fa fremere.
Le porte si aprono, entriamo in casa mia. La luce soffusa del salotto ci accoglie, un’atmosfera intima che rende tutto più intenso. Ti invito a sederti sul divano. “Faccio il caffè,” dico, ma mi fermo, incerta. C’è un imbarazzo nell’aria, un misto di nostalgia e desiderio represso. Mi siedo di fronte a te, le mie mani giocherellano con l’orlo del vestito. “È strano, no? Rivederti così, dopo tutto questo tempo,” sorrido, timida. Parliamo, rievocando i vecchi tempi, le risate, le notti in cui ci perdevamo l’uno nell’altra. Ma ogni tanto i nostri sguardi si incrociano, e sento un calore crescere dentro di me, un fuoco che non si è mai spento.
Mi alzo, cammino verso la finestra, fingendo di guardare fuori. In realtà, penso a te, al tuo corpo così vicino. “Sai, non pensavo che rivederti mi avrebbe fatto questo effetto,” confesso, con la voce bassa. Ti guardo, e qualcosa scatta. “Forse sto impazzendo,” rido piano, “ma non ce la faccio a lasciarmi sfuggire questa occasione… Sai, ti sembrerò una pazza, ma in questi anni ti ho pensato più volte, di notte, sola, nella vasca, mentre mi toccavo ricordando il sesso tra noi.” Le guance mi si incendiano, ma non distolgo lo sguardo. Con un gesto lento, faccio scivolare il vestito dalle spalle. Cade a terra con un fruscio, lasciandomi in pizzo nero: reggiseno, mutandine, reggicalze che accarezzano le mie cosce coperte da calze di seta. Ti guardo, il cuore batte forte. “Ti ricordi questo?” Un sorriso malizioso si dipinge sulle mie labbra rosse e carnose.
Mi avvicino, mi inginocchio davanti a te. Le mie mani trovano la cintura dei tuoi pantaloni, la slaccio con deliberata lentezza, ogni movimento è un’anticipazione. Faccio scivolare i pantaloni giù, attenta a non sfiorare la tua erezione che preme contro i boxer. Ma mentre li sfilo, le mie labbra sfiorano la stoffa, un bacio leggero, caldo, che ti strappa un gemito. Sento il tuo respiro cambiare, il tuo desiderio che si accende. Le tue mani si posano sui miei capelli, ma io sorrido. “Aspetta,” sussurro, alzandomi.
Mi metto a cavalcioni su di te, i miei seni sfiorano il tuo petto, il pizzo del reggiseno stuzzica la tua pelle. Ti bacio, un bacio profondo, affamato, le nostre lingue si intrecciano in una danza lenta e sensuale. Sento il tuo desiderio, il tuo corpo che si tende verso il mio. “Mi sei mancato,” sussurro contro le tue labbra. “Vieni… stiamo più comodi di là.” Ti prendo per mano, ti porto in camera da letto, chiudendo la porta per creare un nido intimo, come ai vecchi tempi.
Mi sdraio sul letto, il corpo esposto, un invito. “Toccami,” ti dico, la voce roca di desiderio. Le tue mani trovano il mio reggiseno, lo slacci con un gesto esperto, liberando i miei seni. Le tue labbra si chiudono su un capezzolo, lo succhi dolcemente, poi con più forza, facendomi gemere. Le mie mani si infilano nei tuoi capelli, tirando leggermente mentre il piacere mi attraversa. Scendi con la bocca, baci il mio ombelico, indugiando, la tua lingua traccia cerchi sulla mia pelle. Le tue mani accarezzano le mie cosce, sfiorano le calze di seta, il reggicalze che incornicia la mia pelle. Le tue labbra seguono, baciano il mio ventre, che si alza e si abbassa al ritmo del mio respiro accelerato.
Arrivi alle mutandine, il pizzo ormai bagnato tradisce la mia eccitazione. Sfiori il centro con le labbra, un soffio caldo che mi fa sussultare. “Ti prego, fallo,” imploro, le mani che stringono le lenzuola. Scendi ancora, baci la seta delle calze, arrivi al ginocchio, poi al polpaccio. Togli un sandalo, le tue labbra si chiudono sul mio alluce, un gesto che mi fa tremare di piacere. Risali, le tue dita accarezzano l’altra gamba, sfiorano di nuovo la mia vagina, poi il ventre, e torni ai miei seni. Slacci il reggiseno del tutto, lo fai scivolare via. Mi alzi la schiena, mi stringi a te, i miei seni gonfi e sodi sono contro il tuo petto, i capezzoli duri sfregano contro di te.
Ti bacio ancora, un bacio che sa di nostalgia e desiderio, che mi fa perdere il senso del tempo. “Voglio sentirti dentro di me, ancora una volta,” sussurro, con la voce tremante. Mi sdrai di nuovo, e tu sei sopra di me. Sento il tuo pene, ancora coperto, che striscia sulla mia coscia. Allargo le gambe, un invito esplicito. “Toglimi tutto,” dico, mordendomi il labbro. Fai scivolare via le mutandine, e ora siamo pelle contro pelle. Il tuo cazzo sfiora la mia vagina, calda, fradicia di desiderio. “Dammelo, lo voglio, lo desidero da tempo,” gemo, e tu entri piano, centimetro dopo centimetro, riempiendomi completamente.
“Oddio!” ansimo, le mie mani ti stringono i fianchi. Inizi a muoverti, lento, profondo, ogni spinta mi fa gemere più forte. Ti bacio, le nostre lingue si intrecciano mentre i tuoi colpi diventano più veloci, più intensi. “Più veloce,” ti imploro, e tu obbedisci, il ritmo mi fa impazzire. Sento i tuoi peli pubici che accarezzano la mia pelle, le tue palle che sbattono contro di me. È proprio come allora, il tuo cazzo che entra ed esce dalla mia fica stretta, che si adatta perfettamente a te. Accarezzo il tuo corpo, le dita esplorano ogni muscolo, come per assicurarmi che sia reale. “Non voglio che finisca,” sussurro, il piacere mi travolge. “Voglio tenerti dentro di me per sempre.”
“Sto per venire,” gemo, il mio corpo freme sotto di te. Tu acceleri, il tuo respiro è corto, animalesco. Vengo con un grido, un’onda di piacere che mi fa vibrare, i muscoli si stringono intorno a te. Sento il tuo sperma caldo che mi riempie, il tuo corpo che si tende mentre vieni con me, un gemito che mi fa quasi svenire.
Rimaniamo avvinghiati, il respiro rallenta, i corpi ancora intrecciati. Ti accarezzo il viso, ti bacio dolcemente. “Il destino ci ha fatto rincontrare,” sorrido, con il cuore pieno. “Non voglio perderti di nuovo.” Ci addormentiamo così, avvolti dal calore dei nostri corpi, il fuoco della passione brucia ancora, inestinguibile.

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