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Sotto il sole cocente di una spiaggia pugliese deserta, il mare scintillava come un cristallo liquido, accendendo riflessi dorati che danzavano sulla superficie. Barbara, una bagnina di ventotto anni, si trovava lì, sola, con il suo costume rosso aderente che abbracciava ogni curva del suo corpo. I capelli castani, mossi dal vento salmastro, le cadevano sulle spalle in onde ribelli, accendendo un’aura selvaggia e seducente. Il costume, teso sulla sua pelle ambrata, esaltava i seni pieni, una quarta generosa, i capezzoli appena accennati sotto il tessuto lucido. La spiaggia era silenziosa, quasi irreale, il calore estivo rendeva l’aria densa, carica di promesse.
Barbara si annoiava, appoggiata alla sua postazione, lo sguardo perso nell’orizzonte. Poi, i suoi occhi color nocciola si posarono su di te, sdraiato sulla sabbia, il corpo disteso sotto il sole. C’era qualcosa in te che la catturava, un’attrazione magnetica che le faceva scorrere un brivido lungo la schiena. Sorrideva tra sé, mordendosi il labbro inferiore, mentre ti osservava alzarti e dirigerti verso l’acqua. Ogni tuo passo sembrava rallentare il tempo, i muscoli tesi sotto la pelle abbronzata, l’acqua che ti accoglieva con un abbraccio liquido. Barbara non riusciva a staccarti gli occhi di dosso, il suo respiro si faceva più corto, il cuore batteva un po’ più veloce.
Ti immergevi, nuotando con decisione, spezzando la superficie con movimenti fluidi. Lei ti guardava, ipnotizzata, il costume che le stringeva i fianchi, il calore del sole che le scaldava la pelle. Ma poi, qualcosa cambiò. Vide le tue braccia rallentare, i tuoi movimenti farsi incerti. Un nodo le strinse lo stomaco. “Oddio, sei in difficoltà!” pensò, il panico che si mescolava a un’urgenza istintiva. Senza esitare, si tuffò, il costume aderì ancora di più alla sua pelle bagnata, il tessuto che le accarezzava i seni mentre nuotava verso di te con forza. Ti raggiunse, le sue mani ti afferrarono sotto le ascelle, i tuoi respiri affannosi le sfioravano il viso. Con decisione, ti trascinò verso la riva, i vostri corpi che si sfioravano nell’acqua, un contatto che le accendeva i sensi nonostante l’adrenalina.
Arrivati vicino alla riva, l’acqua tiepida lambiva appena sotto i suoi seni, il tramonto tingeva il cielo di sfumature arancioni e rosa. Eravate fermi, ansimanti, sospesi in quel momento. Barbara ti guardò negli occhi, il tuo sguardo intenso la inchiodava. Il suono delle onde riempiva il silenzio, ma dentro di lei cresceva una tensione diversa, un calore che partiva dal ventre e si diffondeva ovunque. “Stai bene?” sussurrò, la voce era morbida, quasi tremula. Si avvicinò, il suo fianco sfiorò il tuo, un contatto che la fece arrossire ma che le sembrava così naturale. I vostri sguardi si intrecciarono, carichi di un desiderio che non aveva bisogno di parole. Le sue labbra, piene e leggermente salate, sfiorarono le tue in un bacio lento, esitante, che presto si trasformò in un’esplorazione profonda, le vostre lingue si cercavano con urgenza.
Le sue mani scivolarono sulla tua pelle bagnata, accarezzando ogni linea del tuo corpo, mentre sentiva il tuo membro, duro e pulsante, premere contro di lei attraverso il costume. Un gemito le sfuggì, il desiderio la travolgeva come un’onda. “Ti prego, succhiami le tette,” sussurrò, slacciando il costume con un gesto rapido. I suoi seni si liberarono, pieni e sodi, i capezzoli duri e invitanti sotto la luce del tramonto. Te li offrì, spingendoli verso il tuo viso, il tuo respiro caldo li accarezzava, e la fece sussultare di piacere. “Senti il sapore salato?” ansimò, mentre la tua lingua li sfiorava, stuzzicandoli, facendola impazzire. Ogni succhiata era un’esplosione di sensazioni, il suo corpo si inarcava verso di te, il piacere le faceva girare la testa. “Non smettere… ti prego,” gemeva, le sue mani ti stringevano i capelli, ed il suo corpo vibrava di desiderio.
Con un sorriso malizioso, Barbara si immerse sott’acqua, i capelli fluttuavano come alghe. Le sue labbra trovarono il tuo uccello, e lo avvolsero con delicatezza, la sua lingua scivolava lenta lungo la punta, assaporando ogni dettaglio. Succhiava con decisione, con le mani aggrappate al tuo sedere, la lingua danzava intorno alla base. Quando riemerse, ansimante, l’acqua le scorreva sul viso, i suoi occhi brillavano di un desiderio incontenibile. “Non so cosa mi hai fatto, ma ti voglio,” disse, sfilandosi il costume. La sua pelle ambrata brillava sotto il tramonto, il corpo nudo esposto all’acqua e al tuo sguardo famelico.
Prese la tua mano, guidandola verso la sua vagina, già bagnata di desiderio e dell’acqua salata. “Toccami,” sussurrò, mentre le tue dita sfioravano il suo clitoride, facendola gemere. Le sue cosce tremavano, il piacere la travolgeva mentre le tue dita esploravano ogni piega della sua intimità. Lei, a sua volta, strinse il tuo membro, caldo e scivoloso, accarezzandolo con movimenti lenti e decisi. “Senti quanto sono bagnata?” ansimò, mentre le vostre lingue si intrecciavano nuovamente in un bacio famelico, ed i vostri corpi si cercavano con urgenza.
“Ti prego… voglio che mi scopi,” disse, la voce era carica di desiderio, ma anche una punta di vergogna. “Vorrei… che mi entrassi… nel culo, ma ho paura che faccia male,” confessò, abbassando lo sguardo, il viso bruciava di vergogna. Si voltò, il suo sedere sodo e perfetto strusciava contro di te. Con un respiro profondo, guidò il tuo membro, sentendolo entrare lentamente. Un dolore acuto la fece sussultare, ma il desiderio era più forte. L’acqua facilitava i movimenti, e presto il dolore si mescolò a un piacere intenso, travolgente. “Aaaah, sì!” gemette, mentre si masturbava il clitoride, il tuo uccello la riempiva completamente. Ogni spinta era un’esplosione di sensazioni, il suo corpo si muoveva ritmicamente contro di te, il piacere la faceva quasi svenire. “Stringimi le tette,” implorò, i suoi seni rimbalzavano sotto le tue mani, i capezzoli duri e sensibili imploravano attenzione.
Il ritmo cresceva, i vostri corpi erano in perfetta sintonia, l’acqua amplificava ogni sensazione. Barbara sentiva il tuo membro pulsare dentro di lei, il piacere che la spaccava in due, un’estasi che non aveva mai provato. “Non ho mai goduto così,” ansimò, mentre un orgasmo la travolgeva, il corpo venne scosso da tremiti. Sentì il tuo calore riempirla, il tuo seme che la inondava, lasciandola senza fiato.
Quando ti sfilasti, Barbara si voltò, con il corpo ancora scosso, ed il respiro corto. “È stato il miglior sesso della mia vita,” sussurrò, posando un bacio dolce sulle tue labbra, un gesto tenero che contrastava con l’intensità di ciò che era appena successo. “Resta con me,” disse, un sorriso malizioso le illuminava il viso. “Riposiamoci… e magari facciamo il bis.” Ti prese per mano, guidandoti verso la riva, il corpo era ancora bagnato, il cuore batteva forte, lei era pronta a perdersi di nuovo in te.
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